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La parodontologia è una branca dell'Odontoiatria che si occupa della diagnosi e terapia delle malattie che interessano il Parodonto (organo di sostegno del dente).
Il parodonto è costituito da:
Schema della struttura anatomica del parodonto sano
(Da “Imparando Dall’esperienza” testo-atlante di igiene orale Dott.ssa A. Tani Botticelli)
La parodontologia si occupa quindi dell'insieme dei tessuti che concorrono a formare l’organo di sostegno del dente e si occupa anche delle malattie che lo interessano. Queste vengono chiamate genericamente malattie parodontali o parodontopatie o piorrea (termine storico oggi ancora utilizzato nella popolazione).
La piorrea (chiamata anche parodontite, parodontosi, malattia parodontale) è un'infezione cronica delle strutture parodontali. Essa viene causata da particolari tipi di batteri, in parte anaerobici (viventi in assenza di ossigeno), e decorre solitamente in modo asintomatica.
Il nostro cavo orale è normalmente colonizzata da più di 500 tipi diversi di batteri. Il nostro organismo per mezzo del sistema immunitario riesce normalmente a tenerli a bada finché non diventano troppo numerosi. Se l'igiene orale è trascurata, i batteri formano la cosiddetta placca batterica o dentale, uno strato appiccicoso, nel quale i batteri possono facilmente moltiplicarsi in maniera indisturbata. Le tossine prodotte da questi batteri portano alla gengivite che si manifesta con gengive che sanguinano quando spazzoliamo i denti.
Se la gengivite perdura più a lungo, l'infiammazione può estendersi dalle gengive all'apparato parodontale sottostante fino a distruggere le fibre parodontali e l'osso alveolare che sorreggono i denti, creando la malattia parodontale o piorrea.
Si formano allora delle tasche prima gengivali, poi ossee (tasche intraossee) che nascondono al loro interno residui di tartaro e placca batterica automantenendo la patologia.
Piorrea avanzata con tasca ossea profonda.
La malattia parodontale, se trascurata, inevitabilmente progredisce, portando alla completa distruzione dell’organo di sostegno dei denti con comparsa di mobilità fino alla perdita dei denti.
Riassorbimento avanzato che ha portato ad una grave perdita del supporto osseo con conseguente mobilità dentaria
Oggi la piorrea si può prevenire e curare efficacemente purché non la si trascuri fino a portarla agli ultimi stadi. E' importante però conoscere cos'è e come si manifesta negli stadi iniziali.
I progressi fatti in questa branca permettono oggi di conoscere la predisposizione individuale a sviluppare la malattia e di diagnosticarla precocemente.
Per effettuare questo è necessario sottoporsi a 2 semplici test:
Il test microbiologico si effettua eseguendo una coltura e ricercando il DNA dei germi specifici responsabili della malattia.
Il nostro studio dentistico di Bari è specializzato nella diagnosi e cura delle malattie parodontali, potendo offrire così ai nostri pazienti le seguente terapie parodontali:
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Essendo la malattia parodontale una patologia cronica e indolore, i primi sintomi solitamente non sono molto specifici.
Per aiutarsi nell’autodiagnosi si possono considerare i sintomi indicati qui di seguito. Se qualcuno di questi è presente si dovrebbe consultare un dentista con esperienza in parodontologia (Parodontologo), per sottoporsi a visita specialistica, a specifici esami radiologicie ad uno specifico programma di cure.
La vera diagnosi come abbiamo visto è demandata allo specialista esperto nella cura della malattia parodontale. I mezzi diagnostici principali sono:
Per effettuare il sondaggio parodontale, si usa una sonda graduata (Sonda Parodontale) è delicatamente inserita all’interno del bordo gengivale misurando in 6 punti diversi per ogni dente la profondità delle tasche gengivali. Se le gengive sono intatte, la profondità misurata sarà di 1-3 mm. Valori oltre 4 mm di profondità segnalano spesso una eventuale presenza della malattia.
Bisogna distinguere fra:
Una delle più frequenti conseguenze della malattia è la comparsa di recessioni gengivali, che comportano in primo luogo una compromissione estetica, la scoperta dei colletti e delle superfici radicolari favorisce ipersensibilità e carie. In stadio più avanzato si assiste all'allentamento o alla migrazione dei denti, fino alla loro perdita.
Recentemente alcuni studi scientifici hanno messo in evidenza che, i pazienti affetti da piorrea hanno oltre che un elevato rischio di incorrere nella insorgenza della endocardite batterica, anche un rischio 2-3 volte maggiore, rispetto agli altri, di avere un infarto cardiaco o un ictus cerebrale. Inoltre, per le donne parodontopatiche in gravidanza, la probabilità di un aborto spontaneo o di un parto prematuro aumenta di circa otto volte.
Questi fenomeni si spiegano con la disseminazione per via ematica dei batteri che causano la parodontite.
La piorrea o malattia parodontale è oggi curabile, ma la sua terapia mira essenzialmente a bloccare il suo andamento cronico degenerativo.
Oggigiorno però, l’approccio terapeutico è completamente cambiato, si è passati da una terapia del passato prettamente chirurgica ad una terapia più moderna che è invece essenzialmente non chirurgica.
Dopo la formulazione della corretta diagnosi, il paziente passa attraversa una prima ed inevitabile terapia iniziale chiamata appunto “preparazione iniziale o terapia causale”. Dopo questa prima fase, se è necessario il paziente sarà sottoposto ad eventuali terapie secondarie di tipo chirurgico e non, che vedremo in seguito.
La prima fase di cura quindi è la terapia iniziale o terapia causale la quale mira a migliorare l'igiene orale del paziente attraverso la sua stessa consapevolezza. Se il paziente collabora, già la terapia iniziale porta a un netto miglioramento delle condizioni parodontali. Se si tratta soltanto di gengivite, i tessuti possono guarire senza postumi.
I risultati attesi dalla terapia causale sono:
Questi risultati si ottengono attraverso le seguenti passaggi:
Se è l’ambulatorio stesso a fornire al paziente gli strumenti necessari e le indicazioni necessarie e mirate, il paziente sarà costantemente in grado di effettuare a casa la propria igiene e, di conseguenza, avrà molte meno difficoltà a mantenere un buon controllo della placca.
Dopo la rimozione della placca batterica, del tartaro sopragengivale e dopo le istruzioni ad un’accurata igiene orale domiciliare, il paziente verra’ sottoposto a un sondaggio parodontale, con compilazione della Cartella Parodontale. Se si scopre la presenza di tasche profonde, il successivo passo terapeutico consisterà nella levigatura sottogengivale delle radici, il cosiddetto "scaling" o "root planing". Anche questa misura è eseguita in modo indolore dall'igienista o dall’odontoiatra sotto anestesia locale.
Negli ultimi anni il ruolo della terapia antibiotica sta diventando sempre più importante nella cura della malattia parodontale. Si parte dal fatto che la piorrea è un'infezione batterica causata da germi ben conosciuti che sono facilmente individuabili tramite un semplice test microbiologico (PadoTest). Il prelievo dalle tasche parodontali viene fatto con punte di carta sterili, inviandoli poi ad un laboratorio microbiologico specializzato. Pochi giorni dopo si riceve un'analisi quantitativa e qualitativa della flora batterica che colonizza le tasche. A questo punto è possibile adoperare un trattamento antibiotico mirato contro i germi individuati.
Gli antibiotici vengono somministrati sotto forma di compresse per un periodo di 1-2 settimane. Delle volte occorre anche una combinazione di due antibiotici diversi per aumentarne l'efficacia.
Nuovi studi scientifici attestano che, insieme al trattamento locale (terapia causale), un corretto utilizzo di antibiotici, in molti casi si riesce ad eliminare i batteri dalle tasche e ad arrivare alla guarigione completa delle gengive e dell'apparato parodontale.
Perché ci sono pazienti che soffrono di piorrea nonostante un'accurata igiene orale, mentre altri possono vantare gengive sane a dispetto di notevoli accumuli di tartaro e placca? Come mai ci sono intere famiglie colpite dalla parodontite? Oggi la scienza ha finalmente trovato una risposta a queste domande.
Circa il 30% della popolazione è geneticamente predisposto alla malattia parodontale. Con un semplice prelievo di saliva tramite un tampone (PadoGenTest®) siamo in grado di identificare questi pazienti. Essi corrono un grave rischio di sviluppare una piorrea e necessitano quindi di particolare sorveglianza. Innanzi tutto devono evitare tutti gli altri fattori di rischio (come il fumo) e mantenere un'igiene orale impeccabile.
Nel nostro studio impieghiamo un laser chirurgico ai Diodi di ultima generazione. Questo strumento è particolarmente utile nei trattamenti parodontali. Il suo raggio focalizzato è talmente energetico che vaporizza tutti i microrganismi alla sua portata. Un altro vantaggio di questo trattamento è l'assenza di dolori per il paziente. Va comunque ricordato che la sua efficacia è sempre subordinata al trattamento preliminare di terapia causale.
Mentre fino a pochi anni fa la terapia chirurgica parodontale era la terapia più frequentemente utilizzata nella cura della piorrea, oggigiorno siamo molto più cauti nell'impiego del bisturi. L'opzione chirurgica viene presa in considerazione soltanto qualora permangano delle tasche profonde dopo la prima fase di terapia non chirurgica vista precedentemente.
L'obiettivo della chirurgia parodontale è l'eliminazione delle tasche gengivali ed ossee. Le tecniche per l’eliminazione chirurgica delle tasche parodontali sono differenti a seconda del tipo di riassorbimento osseo di cui il paziente è affetto.
Il riassorbimento osseo nel corso della malattia parodontale può decorrere essenzialmente in due modalità differenti:
La terapia chirurgica parodontale in corso di lesioni sovraossee (Riassorbimento osseo Orrizzontale) è la Chirurgia ossea resettiva.
La terapia chirurgica parodontale in corso di lesioni infraossee (Riassorbimento osseo Verticale) è la Chirurgia ossea Rigenerativa (GTR).
La rivoluzionaria metodica di GTR (Guided Tissue Regeneration = Rigenerazione tissutale guidata) rende possibile rigenerare e ricostruire il tessuto parodontale perduto.
I difetti ossei vengono riempiti da sostituti ossei sintetici e coperti di membrane riassorbibili, protetto dalla membrana, il materiale riempitivo si trasforma in osso.
Vedi anche la sessione chirurgia orale “Chirurgia Preprotesica”
La chirurgia parodontale oltre alla terapia della piorrea come abbiamo visto precedentemente, si interessa anche della risoluzione di eventuali danni estetici delle gengive ed anche della risoluzione di difetti gengivali e del sorriso presenti geneticamente in alcuni individui.
Un bel sorriso è composto da un armonioso insieme di denti e gengive. Una recessione gengivale, può quindi arrecare danni non solo funzionali ma anche estetici. Con le nuove tecniche microchirurgiche si riesce in molti casi a porre rimedio a tali compromissioni.
Delle volte, anche l'effetto contrario può essere indesiderato. Le gengive coprono una parte eccessiva dei denti che di conseguenza appaiono troppo corti. Questo fenomeno non raro è chiamato anche gummy smile (sorriso gengivale).
Anche in questo caso, la chirurgia parodontale estetica può rimediare: Con il laser o con il bisturi il tessuto in eccesso è delicatamente rimosso in modo indolore ripristinando la sagoma armonica dei denti.
Innesto libero connettivale “tecnica bilaminare” e lembo posizionato coronalmente per la terapia della recessione gengivale presente sull’incisivo centrale sinistro.
Innesto libero connettivale “tecnica bilaminare” e lembo posizionato coronalmente per la riduzione della lunghezza dei due incisivi.
Al termine della fase attiva di terapia, il paziente parodontale passa alla fase di mantenimento dello stato di salute parodontale raggiunto. Questa fase è basata su periodici richiami per le visite di controllo che possono coincidere con le sedute d'igiene orale. La frequenza dei richiami può variare, secondo la gravità della situazione parodontale e a seconda della riposta comportamentale del paziente da 2-6 mesi. Studi scientifici hanno provato che questa fase di mantenimento costituisce la vera chiave di successo per ottenere buoni e duraturi risultati terapeutici.
Di conseguenza, tutti i pazienti parodontali in fase di mantenimento, sono sottoposti regolarmente ai seguenti esami: indici di placca e di sanguinamento gengivale, sondaggio parodontale (misurazione delle tasche), radiografie endorali.
Al contrario di altre patologie, la parodontite decorre, per lo più, in maniera asintomatica, cioè essa non causa sintomi dolorosi o vistosi. Spesso ci sono, però, segni poco caratteristici come il sanguinamento gengivale. Ma non si tratta di sintomi affidabili. Nei fumatori, per esempio, delle volte, la ridotta irrorazione sanguigna fa sì che le gengive non sanguinino neppure in caso di grave piorrea. La malattia parodontale può diventare dolorosa soltanto allo stadio avanzato, quando si possono formare ascessi. Anche la mobilità dei denti può causare dolori alla masticazione.
La parodontite porta alla distruzione dell'apparato di sostegno del dente, cioè di osso, fibre e gengiva. I tessuti gonfi dovuti alla infiammazione possono, però, mascherare questo processo cronico che diventa visibile soltanto quando è già molto progredito.
La cura della piorrea è molto dolorosa? Ho sentito parlare di grossi interventi.
Tutte le terapie parodontali, dalla fase iniziale alla chirurgia, sono eseguite sotto anestesia locale e in modo assolutamente indolore. Grazie alle moderne tecnologie, oggi in molti casi possiamo fare a meno di interventi chirurgici.
In più del 80 per cento dei casi l'alitosi (l'alito cattivo) deriva dal cavo orale. La malattia parodontale gioca un ruolo determinante in questo contesto, in quanto i batteri nelle tasche parodontali emettono dei gas solforici maleodoranti. I pazienti che soffrono d'alitosi dovrebbero perciò consultare dapprima il medico dentista.